TracciabilitĂ , sicurezza alimentare e quadro normativo

La sicurezza alimentare ha assunto un ruolo prioritario nella filiera ittica. Un sistema efficace di tracciabilitĂ  deve consentire di identificare con precisione eventuali problemi di sicurezza alimentare relativi a una data origine geografica, a un impianto di macellazione o di lavorazione, a un peschereccio e persino a un singolo pesce, e non limitarsi a identificare un gruppo generico di prodotti di consumo.

L’Unione europea ha riconosciuto l’assoluta necessità di riconquistare la fiducia dei consumatori nei prodotti ittici commercializzati e ritiene pertanto che una veloce tracciabilità del prodotto nella filiera sia ormai una priorità. Alla luce di ciò, la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, in aggiunta alle norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari, hanno adottato una normativa specifica sull’etichettatura obbligatoria dei prodotti ittici (Regolamento (CE) n°104/2000 e Regolamento (CE) n°2065/2011), nella quale si prevede che i prodotti ittici possono essere posti in vendita al consumatore soltanto se recano l’indicazione in etichetta, o su cartelli da esporre sui banchi di vendita, della denominazione commerciale della specie, del metodo di produzione (pescato in mare, pescato in acque dolci o allevato) e della zona di cattura per i prodotti pescati o del Paese d’origine per quelli allevati. A decorrere dal 13 dicembre 2014 sono entrate in vigore le nuove disposizioni che regolano l’etichettatura e la tracciabilità dei prodotti della pesca (Reg. CE 1379/2013). Sono essenzialmente tre le novità che devono essere presenti in etichetta:

  1. La categoria di attrezzi utilizzati per la pesca (consente di differenziare il pescato con amo, ad esempio, dal pescato con reti, con sciabiche o con draghe).
  2. Nome del corpo idrico (solo nel caso di prodotti pescati in acque dolci, esempio: Lago di Garda).
  3. L’indicazione della sottozona di pesca per le aree FAO 27 (Oceano Atlantico Nord Orientale) e FAO 37 (Mar Mediterraneo e Mar Nero). Quest’ultima ci riguarda da vicino e ci permette di individuare quale sia, tra Adriatico (2.1), Ionio (2.2) e Tirreno 1.3 (o Mar di Sardegna) il mare di provenienza dei prodotti ittici pescati più vicini alle nostre coste.

Riportiamo di seguito le Zone FAO con la descrizione delle zone di cattura e la definizione della zona indicata da numeri.

Zone FAO (img 3)

ZONE DI CATTURA

DEFINIZIONE DELLA ZONA

Atlantico nord-occidentale

Zona FAO n. 21

Atlantico nord-orientale

Zona FAO n. 27

Mar Baltico

Zona FAO n. 27.III.d

Atlantico centro-occidentale

Zona FAO n. 31

Atlantico centro-orientale

Zona FAO n. 34

Atlantico sud-occidentale

Zona FAO n. 41

Atlantico sud-orientale

Zona FAO n. 47

Mar Mediterraneo

Zone FAO n. 37.1, 37.2 e 37.3

Mar Nero

Zona FAO n. 37,4

Oceano Indiano

Zone FAO n. 51 e 57

Oceano Pacifico

Zone FAO n. 61, 67, 71, 77, 81 e 87

Atlantico

Zone FAO n. 48, 58 e 88

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