Paesaggio viticolo-terrazzato litoraneao
La viticoltura di forte pendenza caratterizzare il “paesaggio viticolo-terrazzato litoraneao” della Costa Viola: quasi dal livello del mare e fino a 300 m di altitudine, i terrazzamenti che sostengono le ripide pendici grazie ai caratteristici muri a secco, costituiscono un imponente opera di ingegneria naturalistica “tradizionale” assimilabile ad un gigantesco monumento naturale. I muri a secco della Costa Viola, ricostruiti ed ampliati dopo ogni sisma, presentano altezze variabili da uno a tre metri e sostengono terrapieni, costituenti i terrazzamenti, con larghezze che non vanno mediamente oltre i quattro metri. Sono raccordati da scalette in pietra spesso irregolari e costituenti acquidocci, o raramente da rampe atte all’accesso, ove possibile, di piccoli motocoltivatori e simili. L’opera certosina dell’uomo che per secoli ha strappato superfici coltivabili all’impervia “montagna a mare”, è diventato, in armonia con l’ambiente circostante, un elemento paesaggistico naturale. Le vie di comunicazione utilizzate erano proprio quelle che oggi costituiscono la rete sentieristica. Lavorare la vigna in condizioni difficili, ovvero in situazioni di “forte pendenza”, dove gli uomini le donne “trasportatrici di pietre e di uve”, per generazioni hanno percorso e percorrono migliaia di instabili scalini, significa riuscire a praticare la cosiddetta “archeoviticoltura eroica”. Sono veri e propri eroi superstiti, gli ultimi contadini che ancora oggi coltivano le vigne della Costa Viola, consentendo tramite la minuziosa e costante manutenzione dei terrazzamenti, dei sentieri e della viabilità poderale, di attenuare il diffuso fenomeno del dissesto idrogeologico che colpisce tutte le aree ove l’abbandono e l’esodo rurale avanza: laddove infatti si continua a coltivare la vigna, le frane sempre più frequenti nel comprensorio, arrecano meno danni o non avvengono, rispetto invece a quelle aree abbandonate dove la macchia mediterranea ha sovrastato i resti di antichi vigneti su “costère” con pendenze superiori al 100%.
Dall’anno mille ad oggi si è passati da 1000 ettari a meno di 200 ettari coltivati a vigneto. Con i lavori autostradali dell’A3 ulteriori superfici vitate sono state cancellate o rese inaccessibili. Per fortuna dal 2004 i piccoli viticoltori riuniti nella cooperativa agricola “Enopolis Costa Viola” stanno lentamente riuscendo a ripristinare e a razionalizzare i vigneti che danno vita dal 2006 ad “Armacìa – il vino dei terrazzamenti” un IGT Costa viola rosso che è diventato l’emblema del riscatto e della voglia di rinascita del “sistema Costa Viola”. Sui tipici muri a secco che si stagliano da pochi metri sul livello del mare fino in collina, dove la vigna si confonde col castagno, si coltivano uve da vino come la Prunesta, il Nerello, il Pinot nero, la Malvasia nera e la Malvasia bianca, la Nocera, l’Insolia, il Gaglioppo, il Castiglione, il Sangiovese, con sistemi ad alberello, a pergola alta e recentemente a spalliera (con potatura a Guyot e a cordone speronato) o con forme di allevamento miste, di tipo tradizionale.
Si produce inoltre il Moscato d’Alessandria (Zibibbo) venduto come uva da tavola soprattutto a Bagnara e trasformato in proprio dai vignaioli in un raro e prezioso vino passito. Il vigneto viene ovunque condotto a livello familiare in appezzamenti minuscoli di poche migliaia o centinaia metri quadrati e spesso anche con varietà probabilmente autoctone e non del tutto conosciute, denominate con sinonimi dialettali di vitigni forse più famosi (“Patri niru”, “Marcarisa”, “Chianisi”, “Ligà nti”, “Minna ì vacca” e tante altre ancora). I vini a marchio prodotti nell’area sono due I.G.T. (Indicazione Geografica Tipica): il “Costa Viola” rosso o bianco, si ottiene da uve coltivate nei comuni di Scilla, Bagnara, Seminara e Palmi, mentre lo “Scilla” rosso, viene realizzato con le uve prodotte nei vigneti scillesi.
L’utilizzo del “sistema monorotaia” in qualche vigneto, ha consentito di abbattere i costi di produzione e di consentire il perdurare dell’attività agricola, così come avviene in tutte le aree viticole-terrazzate. Oggi le monorotaie o “trenini” come vengono dette, vengono spesso utilizzate dai turisti lungo gli itinerari guidati della “Ecostrada del vino e dei sapori della Costa Viola” proposti da “Ecotouring Costa Viola”.