di ROSARIO PREVITERA
L’antico nome di Villa San Giovanni, prima di diventare comune autonomo fu Fossa e poi Fossa San Giovanni, per lo sviluppo del territorio “affossato” rispetto ai pianori sovrastanti, tra il promontorio di S. Trada ovvero l’antico Capo Cenide a Nord e il torrente Bolaro a Sud. Un’affascinante teoria del medico di origini villesi Enzo Greco, appassionato studioso di civiltà antiche (egli vive ed opera a Londra), supportata da interessanti riscontri storici ed archeologici e pubblicata nel 2009 (Enzo Greco, “Spartaco sullo Stretto”, Gangemi editore) individua la “fossa” come il vasto luogo in cui si svolse parte dell’epopea dello schiavo Spartaco, denominato “la volpe” dai soldati dell’impero romano; secondo tale teoria, essi lo raggiunsero fin sullo Stretto, e costruirono un gigantesco terrapieno-fortezza alle spalle del vasto accampamento costiero dell’esercito di ventimila schiavi, giunto alla “Columna reggina” (Cannitello di Villa San Giovanni) per poi navigare verso la Sicilia. Si venne così a formare tale gigantesca fossa, quasi una prigione naturale, addirittura confinata da una lunga muraglia all’altezza del torrente Catona, da cui probabilmente il vecchio nome di “Fiumara di Muro”. Spartaco fu tradito dai pirati che non effettuarono il pattuito “servizio di traghettamento”, ma mesi e mesi di assedio non impedirono alla “volpe”, nel 72 a.C. di riuscire a fuggire verso l’Aspromonte e quindi verso lo Zomaro e poi verso Napoli e fino a Roma. Il resto è storia. Di fatto la costa di Pezzo di Villa San Giovanni viene detta “Coda di Volpe”, esiste a nord del torrente Immacolata via La Volta, derivante probabilmente dal nome della località che catastalmente veniva indicata come “la volpe” o “la volta della volpe” forse ad indicare il punto in cui Spartaco riuscì a “svoltare” e a fare breccia nel blocco romano, esiste l’area e la via Divale, nei pressi del castello di Alta Fiumara, il cui nome deriva da Divus ovvero “signore” romano, come lo era Marco Licinio Crasso che ivi dispose il suo esercito di ventimila soldati per bloccare la leggendaria fuga di Spartaco”. Dal Pilone o da Torre Cavallo è possibile ammirare il paesaggio “della fossa” verso sud e riuscire a fantasticare e ad immaginare quanto viene descritto da Enzo Greco.