Sintesi
Mare, terra, cielo. L’uno complementare all’altro, l’uno nell’altro. Insieme paesaggio, identità ma anche storia di popolazioni e tradizione popolare. Pesca, agricoltura, territorio, produzioni agroalimentari e artigianali in un contesto costiero ricco di beni storico-culturali e siti naturalistici, laddove da sempre, tra eroici e antichi terrazzamenti di pietra a secco, “il contadino ha un piede nella vigna e un piede nel mare dello Stretto”.
Dalla Costa Viola alla Piana di Gioia Tauro-Rosarno, il paesaggio muta: dal verde brillante dei vigneti a picco sul mare, al verde lucido degli agrumeti, al verde argento dei maestosi olivi secolari. In comune un territorio solcato da torrenti e fiumare che precipitano velocemente dall’acrocoro cristallino aspromontano fin sulle cale sabbiose, quali perle incastonate tra falesie e grotte emerse e sommerse, raggiungibili ormai solo dal mare.
E dal mare proveniva la civiltà ma anche il terrore delle invasioni, così come nel mare si svolgeva e si svolge oggi come un tempo l’eterna lotta tra il pescespada, principe dello Stretto ed il pescatore, in un’aura di leggenda non incrinata dal progresso, perpetrata dal il rito della “caccia allo spada” e contraddistinta da quell’esclusivo ed intimo rapporto tra cacciatore e preda, inspiegabilmente fondato sul rispetto e sul sangue. Sangue rosso vivo tra i flutti di un mare viola. Rosso e viola. Come il mosto, vivo, denso e intensamente profumato, tanto da essere percepito ancora, durante e dopo la vendemmia, tra i vicoli delle cittadine costiere dell’area del GAC “Stretto”.