Palmi, che si affaccia sul Mar Tirreno, è situata a ridosso delle pendici del Monte Sant'Elia, su di un terrazzamento che sovrasta un tratto di Costa Viola.
Gran parte del territorio è formato da una serie di terrazzamenti collinari che degradano rapidamente sul mare tramite un sistema di falesie, piccole spiagge e scogliere. Su di un terrazzamento (224 metri s.l.m.) vi è il centro storico con la casa comunale mentre, in un altro terrazzamento posto più a nord ed avente altezza di circa 100 metri s.l.m., è ubicata la frazione di Taureana. La restante parte della superficie comunale è costituita, a sud, dal Monte Sant'Elia (579 metri s.l.m.) e, a nord-ovest, da un territorio pianeggiante su cui sorgono i quartieri balneari costituenti il Lido di Palmi. La vegetazione è tipicamente mediterranea con palme, fichi d’India, giardini d’aranci e soprattutto uliveti che si dispiegano lungo la “piana di Palmi”, testimoni del passaggio in tempi ormai lontani di greci e saraceni. Il corso d'acqua principale è il fiume Petrace che segna il confine nord-est del territorio comunale, dalla località Pontevecchio fino alla sua foce sul Mar Tirreno.
La punta più ad ovest è denominata Capo Barbi mentre, lungo le spiagge, sorgono alcune scogliere quali lo scoglio Trachini, Pietra Galera, lo scoglio dell'Isola e gli scogli Agliastro; tra questi ultimi vi è il celebre Scoglio dell'Ulivo. Da visitare, via mare, la Grotta delle Sirene.
Palmi nacque probabilmente nel 951 quando la parte degli abitanti di Tauriana dedita ai traffici ed alle arti marinaresche prescelse a dimora la parte alta della costiera, tra il monte Aulinas ed il fiume Metaurus, a seguito della distruzione della loro città . Il piccolo centro fu colpito nel corso dei secoli dai pirati saraceni fin quando, nel 1549, dopo l'ultima devastazione il feudatario duca Carlo Spinelli decise di fortificarla. In quel secolo la città crebbe d'importanza attirando tutti i traffici marittimi delle coste meridionali della Calabria. In località Pietrenere, notevoli testimonianze storiche si mescolano a una natura ancora incontaminata, dove le tracce di un importante passato sono ancora molto presenti. Infatti sulla spiaggia si erge un’antica costruzione realizzata con grigie mura di pietra levigata, il Fortino. Costruito nei primi anni del XIX secolo dalle truppe francesi, probabilmente capitanate dal generale Reynier e da Gioacchino Murat, per ordine del re di Napoli e di Spagna Giuseppe Bonaparte, fece parte di un complesso sistema di fortificazioni militari quando, nel primo decennio dell’800, l’intera zona fu teatro di lotte durissime tra inglesi, francesi e filoborbonici. Sempre lungo la costa per segnalare l’arrivo dei saraceni furono, inoltre, costruite alcune torri di avvistamento e la “Torre costiera di Taureana”, detta anche “Torre di Donna Canfora”, ha resistito allo scorrere del tempo conservandosi in buone condizioni. Situata su un promontorio roccioso a picco sul mare, sempre in località Pietrenere, è raggiungibile attraverso una stradina sterrata, ombreggiata da alberi di ulivo. Eretta intorno al 1565, costruita con pietre naturali e mattoni, è larga 8 metri e alta 15 metri. In due secoli, tre terribili terremoti hanno colpito la cittadina tirrenica distruggendo gran parte del suo patrimonio architettonico. Le successive ricostruzioni hanno modificato profondamente il volto di Palmi e oggi il centro presenta una planimetria regolare a maglie uniformi di vie aperte, intercalata da piazze rettangolari o quadrate. Degni d'interesse i musei cittadini, in particolare quello dedicato all'Etnografia e Folclore calabrese in cui sono raccolti preziosi materiali di storia locale. Da vedere anche la Pinacoteca, la Gipsoteca Museo Guerrisi, il Museo dedicato ai musicisti Francesco Cilea e Nicola Antonio Manfroce, l'Antiquarium in cui sono esposti i reperti dell'antica Taureanun. Nel centro cittadino ci si può fermare a Villa Mazzini, bell'esempio di giardino pubblico ornato da busti e monumenti. Nei dintorni, a Seminara, nella chiesa di San Marco è custodito un notevole gruppo scultoreo di Antonello Gagini.