Il comune di Bagnara si trova nel cuore della Costa Viola, in fondo ad un'ampia insenatura tra le colline a strapiombo sul mare, incastonata come un antico anfiteatro tra i vigneti, si specchia sulle acque del basso Tirreno. Bagnara si distingue per la bellezza delle sue spiagge. Il colle di Marturano divide in due la spiaggia che si estende per oltre un chilometro, dal monte "Cucuzzo" alla Torre Ruggiero. È dotata di un porticciolo con le tipiche Spadare per la pesca del pescespada, che è diventata col tempo un vero e proprio rito che, da Aprile a Luglio, impegna circa 600 imbarcazioni tradizionali dette "passerelle". Su di queste i pescatori locali si procurano il pesce grazie ad una tecnica particolare: la preda viene avvistata da un albero alto oltre 30 metri e colpito con un'asta lanciata a mani nude da una passerella montata a prua. La prima domenica di Luglio si tiene ogni anno la sagra del pesce spada con ricche grigliate e gente che accorre da tutte le località limitrofe.
A nord del suo porto il paesaggio è dominato dalle sporgenze e dalle rientranze dei monti che raggiungono il mare. Nella zona si trovano bellissime e famose grotte naturali come la "Grotta del Monaco" e la "Grotta delle Rondini" che sono interessanti mete di gite in barca.
Le origini di Bagnara Calabra risalgono al 1085, anno della fondazione dell'abbazia di S. Maria e dei XII Apostoli ad opera dei normanni. Dopo il passaggio sotto la dominazione sveva essa fu teatro, tra il XIV e il XVIII secolo, di una lunga lotta per il potere tra angioini ed aragonesi. Nel 1603 Filippo III nominò Carlo Ruffo duca di Bagnara. La casata dei Ruffo, che ebbe numerose ramificazioni, rimase al potere fino a che, nel 1811, Bagnara fu dichiarata comune all'interno del circondario di Scilla. Poco prima, nel 1783, fu gravemente danneggiata dal violentissimo terremoto che ebbe come epicentro Messina. Il borgo antico (abbazia compresa) fu completamente raso al suolo e, in seguito a quest'evento drammatico, ebbe inizio la costruzione di nuove abitazioni sulla marina. Nel 1832 Bagnara Calabra si distaccò amministrativamente da Scilla diventando capoluogo di un nuovo circondario. Il borgo marinaro fu poi quasi interamente distrutto dal terremoto del 1908. L'unica chiesa salvatasi dal sisma è quella della Confraternita del Carmine nel cui interno è conservato un baldacchino settecentesco a lamine d'argento. A poca distanza venne eretta nel 1919, in uno stile singolare ed eclettico ispirato a forme romaniche, la Chiesa della Confraternita del Rosario. Vi sono custodite un duecentesco supporto di pila dell'acqua santa, una scultura marmorea cinquecentesca raffigurante il Cristo benedicente e alcune tele seicentesche.
Bagnara Calabra è nota anche come patria del torrone. Prodotto ancora secondo l'antica tradizione dei primi torronifici artigianali sorti nei pressi di Bagnara, il torrone è uno dei dolci calabresi più apprezzati nel mondo: a renderlo diverso è la tostatura delle mandorle e il particolare tipo di cottura con il miele. Tagliato in barrette, il torrone è ricoperto di cioccolato bianco, fondente o gianduia e guarnito con ostia, nocciole o arancia.